Mooghead - 36 anni
Inviato: 02/08/2014, 16:48
Buongiorno a tutti, ecco la mia storia.
Ho 36 anni, sono un imprenditore ed opero a cavallo fra distribuzione e tecnologia; ho una moglie e una figlia di 10 mesi.
Ecco le fasi della mia malattia e delle mie correlazioni, tutte scoperte da solo e sempre negate dai dottori come sarà capitato anche a voi, almeno fino a poco tempo fa quando ho incontrato un professionista come ce ne sono pochi (purtroppo).
- 12 anni: inizio ad osservare la tendenza ad incrociare le gambe in modo anomalo da seduto o da sdraiato; lieve scoliosi (15° ?) riscontrata con un controllo di routine alle scuole medie, viene consigliato il nuoto come attività fisica regolare (e con frequenza ed intensità variabile nuoto da più di 20 anni).
- 16 anni: subentrano i primi problemi all'articolazione temporo-mandibolare, con sub-lussazioni non gravi e temporanee ma certamente frequenti, anche con brevissimi e rari episodi di blocco. Prima si parla di "infiammazione", poi di "stress" che mi porta a "digrignare i denti durante la notte". Un "professore" mi sconsiglia un'operazione perchè posso "vivere bene indossando un bite durante la notte".
- 21 anni: viene osservata da un'osteopata una derotazione del bacino, evidente ad occhio nudo (e riscontrata personalmente con la mera osservazione dei punti di "sostegno" dei pantaloni).
- 22/23 anni: si verificano un paio di episodi di blocco prolungato dell'articolazione, entrambi risolti autonomamente.
- 25/26 anni: si verificano alcuni episodi (pochi per la verità) di attacchi d'ansia con respiro affannoso, di cui mai è stata identificata l'origine e certamente non connessi ad una condizione psicologica, comunque ragionevolmente forte.
- 28 anni: inizio a portare gli occhiali in quanto ipermetrope. 3 oculisti e 3 diversi occhiali in 8 anni portano al continuo "metti / togli / metti / togli" con una situazione visiva strettamente connessa all'affaticamento fisico. Correlazione evidente: dopo una sessione di nuoto la vista migliora per qualche ora.
- 29/30 anni: approfondimento al Galeazzi dove viene ipotizzato l'allargamento chirurgico del palato. Prima dell'intervento viene usato un bite sull'arcata superiore "per vedere dove va la mandibola e poi decidere esattamente cosa fare". Contestualmente all'uso di questo bite, dopo un forte dolore al naso durato alcune settimane inizia anche un irresistibile prurito al naso, ed escluse le allergie e formatosi un "corpo" sulla punta del naso (di cui si è quindi modificata la forma) viene diagnosticata una "deviazione dei corpi cartilaginei". Per motivi personali specifici di quel periodo della mia vita non viene proseguito il percorso tracciato al Galeazzi.
- 34 anni: negli anni si instaura una routine di stanchezza cronica, affaticamento visivo (a cui si aggiungono acufeni, prurito al naso, forti dolori cervicali), che si smorzano transitoriamente dopo il nuoto, vengono placati dalla regolarità dello stesso e si accentuano in caso di impossibilità di nuotare. Altri professionisti fra loro indipendenti concordano sulla necessità di procedere ad allargamento chirurgico del palato unito a trattamenti ortodontici per l'ottenimento di una corretta occlusione (cambiano i punti di vista sul percorso e sugli obiettivi ma c'è accordo sull'allargamento del palato).
- 35 anni: i professionisti consultati (qui ne avrei da raccontare su un po' di nomi apparentemente autorevoli!) condividono la necessità di allargare chirurgicamente il palato, ma c'è molto scetticismo sulle correlazioni insite nel mio racconto della vita di paziente: i più aperti dicono che certe correlazioni sono "plausibili", la maggior parte dicono che "non sono in alcun modo state dimostrate scientificamente e quindi un professionista deve concentrarsi sul problema in oggetto". Entro in contatto con Maurizio Formia, autore del libro "Il meccanismo che sostiene corpo e psiche - Intuizioni e scoperte di un paziente": in questo testo viene descritta una storia piuttosto drammatica ma che riporta notevoli e significative similarità alle mie problematiche. Formia afferma di essersi curato con un bite "artigianale" e si mette a disposizione di altri: attratto dall'apertura di Formia nei confronti delle correlazioni da me identificate decido di provare il bite di Formia con l'idea di proseguire poi (una volta rafforzato nel fisico) con l'allargamento chirurgico del palato. Il bite di Formia migliora in modo evidente vari aspetti: scompaiono completamente gli episodi di cervicale, scompare la stanchezza cronica, migliora la vista (non al punto da togliere gli occhiali ma evitando almeno il continuo "metti / togli"), migliora la respirazione connessa ad una chiara sensazione di aumento del flusso d'aria nelle narici, scompare il prurito al naso, scompaiono gli acufeni, scompaiono le sub-lussazioni, si raddrizza progressivamente il cranio rimettendo gli occhi in asse con il terreno...vengono confermate come corrette ed efficaci le teorie e l'implementazione "artigianale" di un paziente (che si "faceva" retribuire per i suoi servizi ma con delle tariffe certamente "accessibili" e non speculative).
- 36 anni, oggi: Formia "scompare" per problemi legali connessi ad una causa (a quanto pare per l'uso improprio di una resina per la realizzazione del bite ed anche per accuse di "abuso di professione medica). Pur avendo riscontrato un netto miglioramento decido di interrompere l'uso del bite di Formia (più che altro per la mancanza di chiarezza da parte della "persona" Formia, in quanto personalmente posso solo "sponsorizzare" la bontà del "metodo" Formia, almeno per il mio caso).
Da gennaio con la rimozione del bite di Formia si ripresentano lentamente tutte le problematiche, tenute a bada con il nuoto almeno 3 volte la settimana ed anche lezioni di nuoto che hanno permesso di rendere più organici i vari movimenti.
In aprile c'è stato una sorta di "crollo posturale": stanchezza cronica inabilitante (tale da provocare anche "lentezza" mentale ed una sorta di depressione) ed un peggioramento della vista (tale da provocare lievi nausee per lo sforzo di messa a fuoco durante alcuni momenti di lavoro).
A inizio maggio ho rimesso il bite di Formia, non a tempo pieno, bensì solo di giorno e non indossandolo nel pomeriggio successivo ad una sessione di nuoto: poi una situazione "altalenante" con momenti positivi (connessi al nuoto ed al bite che viene portato) e momenti negativi (minimamente "lontani" dal nuoto e senza indossare il bite).
Nel corso del mese di maggio sono stato "visitato" da primari e chirurghi rinomati (se un'occhiatina di pochi secondi in bocca può essere considerata visita).
A queste visite (200 euro l'una) ho portato un foglio con questa storia che avete appena letto, un semplice modo per riassumere (nelle parole di un paziente che di lavoro fa l'imprenditore e che quindi non usa certo i termini "giusti") una sorta di anamnesi di quasi 25 anni.
Accompagnato da mia moglie (rimasta forse anche più ferita di me) in entrambi i casi sono stato trattato come una persona instabile:
- il primo "se proprio vuole quello che io le posso fare è allargarle il palato...del resto non ne voglio sapere";
- il secondo "ci vorrebbe qualche goccia di Lexotan (Ndr: uno psicofarmaco!)...no guardi, mi dia il suo cellullare che la chiamo io e vediamo cosa si può fare" (Ndr: ovviamente il primario è scomparso come Formia, solo in modo molto più subdolo!).
A fine maggio ho cercato su Google la chiave secca "DCCM" e ho trovato uno studio di Milano che da subito ha mostrato di capire le correlazioni fra occlusione, postura ed anche "vista".
Dopo un'analisi seria ed approfondita che ha preso in considerazione "ogni" aspetto, ecco nuovi occhiali (prescritti da un'oculista specializzato proprio in correlazioni con la postura) e un nuovo bite che porto da inizio luglio.
VADO AL SODO...ORA STO MOLTO MOLTO MEGLIO, sono ringiovanito di qualche anno nel giro di 2 settimane.
Niente stanchezza cronica, niente cervicale, vista più stabile (i 3 problemi più invalidanti); anche altri "problemini" sembrano messi da parte.
Sono passate solo 3 settimane ed ovviamente il percorso davanti è ancora molto lungo, ma ho la sensazione di aver finalmente trovato la persona e il professionista giusti.
Capisco bene l'amarezza di molti: il mio problema è sempre stato sotto controllo, almeno fino a questa primavera quando ha iniziato ad essere "invalidante".
L'amarezza di soffrire per la malattia, soffrire per cure sbagliate (e a volte costose) ed anche sentirsi presi in giro da chi ti propone uno psicofarmaco per qualcosa che è puramente meccanico (!).
Tenete duro, mi raccomando. Se volete contattarmi posso dare indicazione dello studio di Milano a cui mi sono rivolto.
Un complimento sincero a Cristiano che ha aperto questo spazio.
Un abbraccio a tutti, tenete duro.
Ho 36 anni, sono un imprenditore ed opero a cavallo fra distribuzione e tecnologia; ho una moglie e una figlia di 10 mesi.
Ecco le fasi della mia malattia e delle mie correlazioni, tutte scoperte da solo e sempre negate dai dottori come sarà capitato anche a voi, almeno fino a poco tempo fa quando ho incontrato un professionista come ce ne sono pochi (purtroppo).
- 12 anni: inizio ad osservare la tendenza ad incrociare le gambe in modo anomalo da seduto o da sdraiato; lieve scoliosi (15° ?) riscontrata con un controllo di routine alle scuole medie, viene consigliato il nuoto come attività fisica regolare (e con frequenza ed intensità variabile nuoto da più di 20 anni).
- 16 anni: subentrano i primi problemi all'articolazione temporo-mandibolare, con sub-lussazioni non gravi e temporanee ma certamente frequenti, anche con brevissimi e rari episodi di blocco. Prima si parla di "infiammazione", poi di "stress" che mi porta a "digrignare i denti durante la notte". Un "professore" mi sconsiglia un'operazione perchè posso "vivere bene indossando un bite durante la notte".
- 21 anni: viene osservata da un'osteopata una derotazione del bacino, evidente ad occhio nudo (e riscontrata personalmente con la mera osservazione dei punti di "sostegno" dei pantaloni).
- 22/23 anni: si verificano un paio di episodi di blocco prolungato dell'articolazione, entrambi risolti autonomamente.
- 25/26 anni: si verificano alcuni episodi (pochi per la verità) di attacchi d'ansia con respiro affannoso, di cui mai è stata identificata l'origine e certamente non connessi ad una condizione psicologica, comunque ragionevolmente forte.
- 28 anni: inizio a portare gli occhiali in quanto ipermetrope. 3 oculisti e 3 diversi occhiali in 8 anni portano al continuo "metti / togli / metti / togli" con una situazione visiva strettamente connessa all'affaticamento fisico. Correlazione evidente: dopo una sessione di nuoto la vista migliora per qualche ora.
- 29/30 anni: approfondimento al Galeazzi dove viene ipotizzato l'allargamento chirurgico del palato. Prima dell'intervento viene usato un bite sull'arcata superiore "per vedere dove va la mandibola e poi decidere esattamente cosa fare". Contestualmente all'uso di questo bite, dopo un forte dolore al naso durato alcune settimane inizia anche un irresistibile prurito al naso, ed escluse le allergie e formatosi un "corpo" sulla punta del naso (di cui si è quindi modificata la forma) viene diagnosticata una "deviazione dei corpi cartilaginei". Per motivi personali specifici di quel periodo della mia vita non viene proseguito il percorso tracciato al Galeazzi.
- 34 anni: negli anni si instaura una routine di stanchezza cronica, affaticamento visivo (a cui si aggiungono acufeni, prurito al naso, forti dolori cervicali), che si smorzano transitoriamente dopo il nuoto, vengono placati dalla regolarità dello stesso e si accentuano in caso di impossibilità di nuotare. Altri professionisti fra loro indipendenti concordano sulla necessità di procedere ad allargamento chirurgico del palato unito a trattamenti ortodontici per l'ottenimento di una corretta occlusione (cambiano i punti di vista sul percorso e sugli obiettivi ma c'è accordo sull'allargamento del palato).
- 35 anni: i professionisti consultati (qui ne avrei da raccontare su un po' di nomi apparentemente autorevoli!) condividono la necessità di allargare chirurgicamente il palato, ma c'è molto scetticismo sulle correlazioni insite nel mio racconto della vita di paziente: i più aperti dicono che certe correlazioni sono "plausibili", la maggior parte dicono che "non sono in alcun modo state dimostrate scientificamente e quindi un professionista deve concentrarsi sul problema in oggetto". Entro in contatto con Maurizio Formia, autore del libro "Il meccanismo che sostiene corpo e psiche - Intuizioni e scoperte di un paziente": in questo testo viene descritta una storia piuttosto drammatica ma che riporta notevoli e significative similarità alle mie problematiche. Formia afferma di essersi curato con un bite "artigianale" e si mette a disposizione di altri: attratto dall'apertura di Formia nei confronti delle correlazioni da me identificate decido di provare il bite di Formia con l'idea di proseguire poi (una volta rafforzato nel fisico) con l'allargamento chirurgico del palato. Il bite di Formia migliora in modo evidente vari aspetti: scompaiono completamente gli episodi di cervicale, scompare la stanchezza cronica, migliora la vista (non al punto da togliere gli occhiali ma evitando almeno il continuo "metti / togli"), migliora la respirazione connessa ad una chiara sensazione di aumento del flusso d'aria nelle narici, scompare il prurito al naso, scompaiono gli acufeni, scompaiono le sub-lussazioni, si raddrizza progressivamente il cranio rimettendo gli occhi in asse con il terreno...vengono confermate come corrette ed efficaci le teorie e l'implementazione "artigianale" di un paziente (che si "faceva" retribuire per i suoi servizi ma con delle tariffe certamente "accessibili" e non speculative).
- 36 anni, oggi: Formia "scompare" per problemi legali connessi ad una causa (a quanto pare per l'uso improprio di una resina per la realizzazione del bite ed anche per accuse di "abuso di professione medica). Pur avendo riscontrato un netto miglioramento decido di interrompere l'uso del bite di Formia (più che altro per la mancanza di chiarezza da parte della "persona" Formia, in quanto personalmente posso solo "sponsorizzare" la bontà del "metodo" Formia, almeno per il mio caso).
Da gennaio con la rimozione del bite di Formia si ripresentano lentamente tutte le problematiche, tenute a bada con il nuoto almeno 3 volte la settimana ed anche lezioni di nuoto che hanno permesso di rendere più organici i vari movimenti.
In aprile c'è stato una sorta di "crollo posturale": stanchezza cronica inabilitante (tale da provocare anche "lentezza" mentale ed una sorta di depressione) ed un peggioramento della vista (tale da provocare lievi nausee per lo sforzo di messa a fuoco durante alcuni momenti di lavoro).
A inizio maggio ho rimesso il bite di Formia, non a tempo pieno, bensì solo di giorno e non indossandolo nel pomeriggio successivo ad una sessione di nuoto: poi una situazione "altalenante" con momenti positivi (connessi al nuoto ed al bite che viene portato) e momenti negativi (minimamente "lontani" dal nuoto e senza indossare il bite).
Nel corso del mese di maggio sono stato "visitato" da primari e chirurghi rinomati (se un'occhiatina di pochi secondi in bocca può essere considerata visita).
A queste visite (200 euro l'una) ho portato un foglio con questa storia che avete appena letto, un semplice modo per riassumere (nelle parole di un paziente che di lavoro fa l'imprenditore e che quindi non usa certo i termini "giusti") una sorta di anamnesi di quasi 25 anni.
Accompagnato da mia moglie (rimasta forse anche più ferita di me) in entrambi i casi sono stato trattato come una persona instabile:
- il primo "se proprio vuole quello che io le posso fare è allargarle il palato...del resto non ne voglio sapere";
- il secondo "ci vorrebbe qualche goccia di Lexotan (Ndr: uno psicofarmaco!)...no guardi, mi dia il suo cellullare che la chiamo io e vediamo cosa si può fare" (Ndr: ovviamente il primario è scomparso come Formia, solo in modo molto più subdolo!).
A fine maggio ho cercato su Google la chiave secca "DCCM" e ho trovato uno studio di Milano che da subito ha mostrato di capire le correlazioni fra occlusione, postura ed anche "vista".
Dopo un'analisi seria ed approfondita che ha preso in considerazione "ogni" aspetto, ecco nuovi occhiali (prescritti da un'oculista specializzato proprio in correlazioni con la postura) e un nuovo bite che porto da inizio luglio.
VADO AL SODO...ORA STO MOLTO MOLTO MEGLIO, sono ringiovanito di qualche anno nel giro di 2 settimane.
Niente stanchezza cronica, niente cervicale, vista più stabile (i 3 problemi più invalidanti); anche altri "problemini" sembrano messi da parte.
Sono passate solo 3 settimane ed ovviamente il percorso davanti è ancora molto lungo, ma ho la sensazione di aver finalmente trovato la persona e il professionista giusti.
Capisco bene l'amarezza di molti: il mio problema è sempre stato sotto controllo, almeno fino a questa primavera quando ha iniziato ad essere "invalidante".
L'amarezza di soffrire per la malattia, soffrire per cure sbagliate (e a volte costose) ed anche sentirsi presi in giro da chi ti propone uno psicofarmaco per qualcosa che è puramente meccanico (!).
Tenete duro, mi raccomando. Se volete contattarmi posso dare indicazione dello studio di Milano a cui mi sono rivolto.
Un complimento sincero a Cristiano che ha aperto questo spazio.
Un abbraccio a tutti, tenete duro.